Nel Gestalt Body Work si unisce l’approccio verbale e dialogico tra paziente e terapeuta ad alcune tecniche corporee volte alla modificazione dei modelli di respiro, dello schema corporeo e dell’organizzazione muscolare.
Come nella psicoterapia della Gestalt l’obiettivo è che la persona prenda consapevolezza delle sue manifestazioni, del suo mondo interno e della sua storia. L’attenzione è volta al modo in cui il paziente respira, all’organizzazione del corpo, ai suoi modelli di movimento e alla relazione di tutto ciò con le emozioni.
Stati di ansietà o angoscia, tensioni e contrazioni muscolari, sono legati a disturbi della respirazione, connessi con interruzioni nel contatto con l’altro o con parti di sé.
Come spiega Sergio Mazzei, direttore Istituto Gestalt Body Work di Cagliari, “Molto spesso lavorando con il corpo attraverso “l’apertura del respiro” è frequente che si manifestino forti stati regressivi, specie in fase avanzata della terapia, e quando durante la seduta si presenta una emozione, ci si adopera per scoprirne il contesto originario e a tale scopo si lavora basilarmente con la consapevolezza del “qui e ora” attraverso un necessario atteggiamento empatico e sensibile del terapeuta che permette al paziente di esplorare, accettare e confrontarsi con ciò che sorge dalla sua memoria corporea.”
“D’altra parte lo scopo terapeutico non è certo che il paziente realizzi l’illuminazione ma piuttosto che riesca a comprendere la sua storia, come si sono formati i suoi disturbi e, cosa più importante, che riesca a sviluppare un atteggiamento di compassione e di tenerezza nei confronti del suo essersi interrotto che incontra progressivamente nel corso del lavoro terapeutico”
-Sergio Mazzei-